I “TEATROCI” STANNO PER ARRIVARE IN GERMANIA…
Quando dico “noi” intendo la nostra piccola compagnia teatrale filocomica, composta da una decina di attori, qualcuno alle primissime armi, qualcun altro con lunghe esperienze teatrale e canore nei palchi di tutta Italia (come la bravissima Erica Maria Del Zotto). La compagnia l’abbiamo fondata Gualtiero Papurello, medico veterinario doc, e il sottoscritto, giornalista-fantasista e attore-impresario a tempo perso. E’ successo tutto una notte del maggio 2013, al termine di una serata noiosa di poco divertenti prove con un’altra compagnia: ci siamo ritrovati davanti ad una birretta e chi siamo detti: “E se mettessimo su una compagnia nostra? Così almeno ci divertiamo”. Detto, fatto. Ci siamo registrati come associazione culturale senza scopo di lucro (quindi si guadagna zero!) e nel giro qualche mese abbiamo scritto un copione nuovo di zecca, “Cani e Gatti” per l’appunto, abbiamo trovato gli attori e ci siamo buttati a capofitto – con mesi e mesi di prove, tutti i lunedi sera – in questa nuova passione, che prima ti prende e poi non ti lascia più. Ci siamo chiamati “I Teatroci” perchè è un nome che fa sorridere, non si prende troppo sul serio e, quantomeno, permette di avvertire subito il pubblico del nostro livello…atroce. Poi, in realtà, noi “Teatroci” non siamo così atroci. Per il nome dell’associazione, viceversa, abbiamo pensato a qualcosa di più serio e più aulico: “Bolle di sapere”. Vi piace? Spero di si.
Nel 2015, anno del nostro vero e proprio debutto, abbiamo infilato ben 11 repliche, di cui 9 nel nostro Piemonte, una in Umbria e una in Emilia. Ci vantiamo, inoltre, di aver contribuito ad alcune buone cause, offrendo il nostro spettacolo assolutamente gratis, in modo da finanziare alcuni progetti sanitari e sociali (per una struttura ospedaliera, per l’ente protezione animali, per una associazione che si occupa di gatti, per il restauro di un teatro danneggiato dal terremoto). E di questi spettacoli benefici ne abbiamo in mente altri, ne faremo sicuramente altri. E anche di copioni ne abbiamo pronti altri: nel 2016, infatti, debutteremo con il nuovo show dal ttiolo “Vieni anche tu sull’auto blu”, una nostra esilarante (ma anche amara) versione della peggiore crisi economica degli ultimi 50 anni. E magari questo spettacolo ve lo presenteremo l’anno prossimo, chissà…
Adesso, come dice Sandra Cartacci, non ci resta che sperare in una classica nuvolosa giornata bavarese (“è il meteo che condiziona tutto”, mi ha detto la Sandra) per avere un buon pubblico e divertirci per due ore tutti insieme, spensieratamente. Dio sa se, di questi tempi, ne abbiamo bisogno. Per noi, comunque, è un sogno che si avvera: la nostra prima tourneè internazionale! E qualcuno di noi, oltre ai musei, si sta già organizzandosi come si deve per una abbuffata di birra…
Dopo questa opportunità, ci è venuta voglia di continuare. Continuare a fare spettacoli in giro per Torino e il Piemonte, certo, ma anche di fare qualche “colpo grosso”: ad esempio, stiamo provando ad organizzare qualcosa in beneficenza a Parigi. Dopo quello che è successo, ci piacerebbe tantissimo. Per noi avrebbe un grande significato. Ma intanto ci prepariamo a ricevere i vostri applausi e speriamo che il pubblico ci possa sopportare e – parafrasando una battuta della commedia – che non ci voglia spernacchiare…
IL DIO (DEL CINEMA) ESISTE!
Una volta tanto, il titolo italiano “Dio esiste e vive a Bruxelles” è meglio dell’originale “Le tout nouveau testament” (Il Nuovo Nuovo Testamento) e il film franco-belga-lussemburghese di Jaco Van Dormael merita il meglio. Una pellicola geniale, surreale, toccante, poetica e al tempo stesso provocatoria e irriverente. Gli argomenti che tratta? Tutti quelli scottanti: la Vita, la Morte, Dio (e la mancanza di Dio), la Famiglia. La trama è semplice quanto affascinante: a Bruxelles, sotto un’eterna pioggia, vive un Dio cattivo, violento e che – con il suo computer – si diverte a fare del male agli altri, un Dio negativo interpretato da un Benoit Poelvoorde veramente e magistralmente insopportabile, al limite del barbonesco, La moglie lo subisce passivamente, un figlio è già scappato di casa ed è finito…in croce, ora tocca alla figlia di 10 anni, di nome Ea, ribellarsi al padre e alle cattiverie del mondo. Prima di fuggire alla ricerca dei suoi sei apostoli (tra questa spicca una matura e sempre affascinante Catherine Deneuve), la bambina (la straordinaria Pili Groyne, classe 2003) blocca il computer del padre “divino” e manda a tutti un sms con la loro data di morte. Poi fugge attraverso una lavatrice…Adesso che tutti conoscono l’ora della loro fine, per tutti la prospettiva di vita cambia diametralmente, a tal punto che tutte le guerre in tutto il mondo vengono sospese. Poi, su una spiaggia con un cielo colorato, in uno dei giorni da Giudizio Universale, l’orologio del tempo si ferma e torna indietro, cancella gli sms e i conti alla rovescia di ciascuno di noi e tutti torniamo alla nostra vita di tutti i giorni, fatta di felice o infelice incertezza. Quasi un finale da “E vissero tutti felici e contenti”. Tutti, tranne Dio, sempre più irascibile…
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LA MIA ESPERIENZA MULTIETNICA IN FRANCIA: EPPURE NON SONO TUTTI COSI…
Prima di esprimermi sui fatti tragici di due settimane fa, venerdi 13 novembre – tanto lo hanno fatto tutti gli altri, in tv, sui giornali, sul web, persino nei bar dello sport – ho preferito attendere e riflettere. Ripensando anche alla mia esperienza di vita in Francia, paese che conosco, che apprezzo e che è stato così violentemente colpito dagli attentati terroristici di Parigi. Conosco abbastanza bene la capitale, ma la mia città di riferimento è Lione. La più “italiana”, la più vicina all’Italia, al Piemonte, a Torino. A Lione ho vissuto due anni, per lavoro. Una città poco conosciuta, ma bellissima. Con tanti cittadini francesi di chiara origine araba e musulmana, con netta prevalenza dei maghrebini delle ex colonie (algerini, tunisini e marocchini), ma con tante altre etnie sparse per i sei angoli dell’Esagono. Per un anno almeno, ho vissuto nell’ottavo arrondissement, in periferia, quella che loro (e anche noi che facciamo i fighi poliglotta) chiamiamo banlieu. Vicino a Venissieux, città dormitorio della prima cintura lionese, da cui – tanto per intenderci – provenivano due degli attentatori dell’11 settembre. Un humus fatto cosi, una mescolanza non sempre riuscitissima – anzi, a volte esplosiva – di differenti culture. Per un anno ho vissuto li, in Rue Philippe Fabia. In casa con la mia fidanzata dell’epoca, Malika Takssemt (chissà che fine ha fatto!), in un quartiere a netta maggioranza nordafricana. E, vi assicuro, non ho mai avuto un problema. Nemmeno se nella pizzeria vicino casa, quella con il salame hallal migliore della città, ad un certo punto mi sono reso conto di essere l’unico “uomo bianco” in mezzo a cinquanta arabi (fidanzata compresa). Nessun problema. Nemmeno una sera che ho lasciato la mia macchina con targa italiana inopinatamente aperta. E il giorno dopo, dentro, c’era tutto, al suo posto, come prima. Mica un mondo di ladri. E in Italia? Chissà cosa sarebbe successo. Da allora sono passati dieci anni. Forse i rapporti tra le varie culture si sono incancreniti, forse le tensioni covate sotto la cenere sono esplose in maniera inaspettatamente (?) fragorosa, forse sono io che – nonostante tutto – sono troppo buonista, una parola che mi fa orrore, se paragonata ad altro orrore. Ma, per la mia esperienza in Francia, mi sento di dire: gli arabi, i musulmani, sono tutti cosi…non sono tutti terroristi. Mi basta questa considerazione per farmi sentire più sicuro e più sereno? No, non mi basta. Ma, secondo me, è una dato di fatto.
RISPETTOSO SILENZIO PER DIESEL…
di Riccarda Balla
www.free-italia.net
Si, lo so ci sono gli umani, gli umani innocenti che muoiono per colpa di bastardi che vengono armati da mani che si fingono anche amiche.. Ma in queste terribili storie ci sono altre vittime innocenti e non è la prima e non sarà ultima.
Nel quartiere di St. Denis oggi, durante un’irruzione per scovare terroristi, nel rispetto del suo lavoro, con la dignità che solo un cane poliziotto o soldato può avere, viene ucciso dai bastardi..la sua vita salva la vita dei suoi compagni umani…questi cani hanno un driver….credo che per il suo driver sarà un dolore immenso…ma credo anche che gli umani sanno che quel cane di nome Diesel ha salvato loro la vita…quel cane io credo che sapeva perfettamente quello a cui andava incontro…l’ha fatto…onore e lacrime per quel cane..Eroe…e lezione di vita per gli uomini….
Diesel sei volato sull’arcobaleno…per colpa della bastardaggine degli uomini…troverai li altri cani eroi e tanti cani, inclusi i miei … Un bacio sul naso umido..
GRAZIE A TUTTI!
Grazie ai 150 spettatori che sabato 14 novembre sono venuti a vederci a Cento (Ferrara) per lo spettacolo di beneficenza che abbiamo fatto alla “Pandurera”, grazie al quale abbiamo raccolto 1500 euro per il restauro del Teatro Borgatti di Cento, danneggiato e reso inagibile dal terremoto in Emilia del 20-29 maggio 2012. Grazie ancora a tutti.